Vortice e tempo: Tunnel Of Love

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Il 9 ottobre del 1987 usciva Tunnel Of Love, disco che per molto tempo ho creduto dimenticabile, rispetto alla discografia di Bruce Springsteen e in generale. Quello che è successo negli anni tra me e questo disco, il modo in cui ascoltandolo ho capito di essere cambiato, perché immerso nel tempo, al tempo legato in una relazione di non reciproco arricchimento e degrado, ha cambiato il mio modo di ascoltare musica, di pensare alla musica.

Possibile tenere fuori tutto quello che sei tu, rispetto a ciò che stai ascoltando? Certo, ma non è giusto. Non lo è soprattutto nei tuoi confronti. Neppure, forse, nei confronti di ciò che ascolti. Così come è possibile non contestualizzare un disco, ignorare ciò in cui è stato immerso e da cui è emerso, valutarlo solo per ciò che è uscito come risultante di ispirazione e competenze professionali, una sorta di algoritmo artistico che produce forma ed espressione. Possibile, sì. Ma può capitare, e in genere capita, che tutto quello a cui la musica gira intorno, finisca per girarti intorno.

Col suo girare – oggi ahinoi solo metaforico, anzi retaggio di metafore passate – un disco ci attira nel suo cerchio di significati, ci stringe in un vortice di segni che comprendiamo o non comprendiamo del tutto. E quelli che non comprendiamo, rimangono lì ad aspettarci. Fino al prossimo giro – se noi lo vogliamo – a spiegarsi. A raccontarci.

Di questo disco ho scritto qualche anno fa su Mucchio Selvaggio, pezzo che poi ho “riarrangiato” per Sentireascoltare. Lo trovate qui.

10 commenti

  1. 😊 semplicemente non bisogna mai scartare nulla della musica ma mettere da parte per riprenderla nel tempo. Il Boss è sempre stato consapevole di non essere infallibile . A volte sono i suoi fans che non capiscono cosa mette in condizione un leader a cambiare prospettiva … lo fa per mettersi in gioco. Ti ricordi il suo… “the ghost of Tom Joad…? Quanti capirono che grattando la crosta esisteva un uomo fragile, preoccupato del futuro, che voleva restare attaccati all famiglia… quanto compresero il suo lavoro interiore? Voglio essere ironica…. da uomo della terra a top manager in quel disco … sta bene con tutti gli abiti alla fine. 😊😊

    "Mi piace"

    • Io ero e sono innamorato di The Ghost of Tom Joad! Lo considero uno dei suoi dischi migliori, l’ultimo che mi abbia davvero convinto. Bello e necessario in quegli anni Novanta che stavano per diventare quello che oggi tutto è diventato.
      Tuttavia, cerco SEMPRE di non essere un fan, neanche di chi amo di più, come Neil Young o PJ Harvey. Quindi del Boss, che reputo enorme fino a Nebraska compreso, ho nutrito e nutro molte perplessità su molte scelte. Le ultime, soprattutto, mi sembrano un pessimo modo di affrontare la parte conclusiva della carriera. Sta bene, è in forma, ma lo vedo avvitarsi in una autoreferenzialità prevedibile e musicalmente, ahimé, piuttosto arida.

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      • Ok ci può stare… penso ( e lo penso io) che crescendo con l’età molto di quei credo e ideali si… come dire… attenuino. E penso anche che si guardi la musica più come investimento per il futuro prossimo (la sua età inizia ad averla!) piuttosto per il piacere di suonare e cantare per Trasmettere qualcosa. I prezzi dei. Incerto sono un esempio. Non credo si sia montato la testa… si è adeguato al sistema. E questo forse ti delude. Poche voci non cambiano il mondo di oggi ma magari… possono metterlo in difetto. Il mondo musicale è gestito da squali! E tu lo sai meglio di me.

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  2. non riesco più a leggere sentireascoltare… continua a comparirmi l’odiosissima pagina che chiede di togliere AD block anche se l’ho disattivato. ufff…
    in ogni caso, come mi sono sentito quando ho ascoltato la prima volta “tunnel of love” me lo ricordo bene. tradito rende l’idea?
    : )
    poi cosa vuoi, nel tempo gli umori si smussano e oggi “Tunnel of love”, pur con tutti i suoi limiti, è l’ultimo album del Boss che salverei, incenerendo tutto ciò che è venuto dopo, da “Human Touch” in poi…

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